Allora parto col dire che ho 16 anni e abito in un paesino in provincia di Torino. Ho i genitori separati, e sono già andata da una psicologa anni fa. Due settimane fa non avevo preso in considerazione l’emergenza che si sta sviluppando in questi giorni, infatti da una settimana ho delle “crisi” diciamo così, dove mi metto a piangere a qualsiasi ora del giorno in qualsiasi posto , dove poi mi rinchiudo da sola in camera mia, questa situazione di me stessa mi sta preoccupando perché non mi era mai capitata una cosa del genere.
Anna, 16 anni
Cara Anna,
le crisi che ci racconti sono molto comuni, infatti diversi ragazzi ma anche adulti ci stanno scrivendo di come, in questo momento di grande restrizione, siano aumentati attacchi di panico, pianti, tachicardie, senso di vuoto e di rabbia.
Solitamente la giornata era divisa tra scuola, impegni, sport, attività, tutto sembrava scandito in maniera precisa e si potevano controllare o eludere le parti più vulnerabili di noi. Ora che ci viene chiesto questo grande sforzo di stare a casa è come se il tempo fosse dilatato e la parte emotiva straripasse infiltrandosi nei pensieri ma soprattutto nel corpo.
Cosa ti preoccupa di più? Queste crisi vengono maggiormente la sera oppure rispetto ad un pensiero in particolare? Stai mantenendo il contatto con i tuoi amici?…
Sicuramente spaventa avere delle reazioni così forti e incontrollate, però come tu stessa accennavi probabilmente stai realizzando quello che sta succedendo e chi non è spaventato, perso, confuso di fronte a questo grande strazio.
Ma non devi affrontare tutto da sola, puoi condividere i tuoi pensieri con i genitori, con amici, puoi tenere un diario che ti aiuto a descrivere e a circoscrivere le tue emozioni.
Puoi continuare a scriverci e a raccontarci più di te. E’ vero che sembra che le restrizioni del governo tendono ad isolarci sempre di più, ma non si è soli c’è una comunità seppur virtuale pronta a sostenervi.
Un caro saluto!
Buona domenica.